maggio 18, 2008


Il pentolone pieno d'oro | Pathways


Dopo le 5 stelle, altre sorprese del cielo milanese

maggio 13, 2008

Septimus | Septimus


Ora Septimus torna silenzioso nel suo sottosuolo ed esplora curioso la realtà mutata che da lungo ignorava.


Ora Septimus striscia beato nella pace di una vita piena di luce.


Eppure Septimus striscia inquieto nella perplessità parassita di una vita.


Ed è l'ombra di Septimus che vive, non la sua verità.


Per l'ombra anche il nero è luce. Ingannevole sottosuolo ombroso.


L'ombra non sente l'odore muffoso delle cantine dove la superficie accatasta silenzi e caos.

L'ombra si aggira illusa.


L'ombra scava a mani nude convinta di andare a fondo. Non sa che invece dovrebbe guardare in alto. E le mani affondano in topi e vermi. Carne in cui affonda soddisfatta, convinta di capire e possedere.


In alto la luce si allontana, mentre l'ombra si immerge vuota cadendo nella trappola delle tele umane che cuciono la terra e i continenti con punti infetti.


L'ombra rimane, un cadavere stritolato, dimenticato, se non dai topi.




settembre 09, 2007

Pace | Aftermath


Soffio | Banshee





Soffia e svuotati di ogni respiro e di ogni sensazione. Un ultimo soffio liberatorio che espella odio, amore, vanità e profondo. Soffia e urla finché la voce non sarà svanita nell’aria e per sempre riecheggerà nelle orecchie dei mortali.
Lancia l’urlo della banshee.
Finché i polmoni non saranno esausti e aridi.
Soffia la tua vita nell’aria e riempila del tuo odore.

gennaio 23, 2007

Cinque Stelle | Glimmer


Le ho viste. Stasera, mentre uscivo in strada.
Quelle 5 stelle soffuse che galleggiavano nel luminescente cielo milanese. Fioche nell'aria rinvigorita dall'acquazzone di oggi.

Avvolto dal mio cappottone barbone, l'ipod incoccato nelle orecchie, ho alzato la testa e mi son bloccato ebete in mezzo al marciapiede.

E ho sorriso, felice e vibrante di aria fresca e pulita, perché le stelle non si sono dimenticate di Milano. A fatica e stanche ancora lottano per non fuggire da questo cielo consumato dalle luminarie, dalle strida dei passanti veloci e disattenti.

Quei 5 secondi di stupore, uno per stella... un'epifania: io sdraiato sull'erba ai piedi delle montagne nel paesello friulano dove trascorrevo le mie estati. Con le mie cugine che guardavamo in alto cercando il carro minore, che ancora non sono riuscito a trovare, facendo i conti per cercare di raggiungerlo dal carro maggiore, l'unica costellazione che conoscevamo.

Cinque stelle per ricordarsi che il cielo vero c'è. Sempre.

gennaio 21, 2007

a shopping di ali | feathers or scales?



Da sempre io sono convinto che il mio elemento sia l'aria...
In realtà non lo sono proprio completamente: infatti adoro la terra, il suo odore, affondarci le mani. Tocco, annuso, assaggio tutto, sono orribilmente affascinato dal sangue.*
Quindi non sono convinto. Evidentemente no.

Tuttavia

Quando soffia il vento io divento matto (come tutti, ma come sempre io di più). Il problema è che un po' il corpo mi pesa (e non solo perché ne ho tanto). Il vento è come se portasse via le mie molecole, i miei atomi, insomma tutte quelle cosine che compongono il mio corpo. Come se le mani si sfaldassero diventando aria, e poi su, via per le braccia, al petto e giù all'inguine alle gambe... alla testa non ci arriva mai. Chissà perché.
Il poter scorrere velocemente tra palazzi, fronde, persone, colpire i loro volti, corpi, penetrare nei loro polmoni, venir divorati dalle loro viscere e poi venir espulsi e tornare liberi.
Entrare negli alberi, nelle profondità del loro odore e poi di nuovo liberi....

Insomma anche quando mi immagino di essere uno stregone, mi vedo come uno di quelli che evoca tempeste e flagelli aerei...

E ragionando sulle possibili soluzioni a questa mia necessità di disgregazione aerea, sono giunto alla conclusione che l'unica soluzione possibile siano le ali.

Perché tanto, diciamocelo pure, è più probabile avere le ali che smaterializzarsi col vento, no??
Quindi per una volta bisogna accontentarsi di un compromesso.
E allora il prossimo dilemma.

Ali da angelo o ali da demone?



*Una volta ho visto per strada uno caduto dal motorino. Totalmente rapito dalla pozza di sangue scuro che gli si allargava dietro la testa. Lo stesso quando mi prelevano il sangue osservo il ribollio dei miei fluidi che scivolano nella provetta. Infrangerla...

gennaio 14, 2007

Un sogno | A light that never goes out


Anni fa sognai di trovarmi su una lingua di terra percorsa da un vialone alberato che portava al paese.
Sedevo tranquillo sulla panchina godendomi il panorama. A un certo punto vedo arrivare dal fondo del vialone una mitica 500! Beh sul tettuccio dell’automobilina erano appoggiate quattro zampone di peluche ROSA! Zampone tonde come quelle di un… elefante!
Un enorme elefantone rosa di peluche era in equilibrio su questa macchina che lenta e scoppiettante procedeva minuscola lungo il vialone.
Alla sua guida lo spauracchio dei tempi dell’università: ASCIUGONI! Una ragazza di una pesantezza rara che tutti rifuggivano. Quando entrava in biblioteca si cercava di sprofondare nei libri cercando di ignorarla, ma sfiga voleva che chi sedeva vicino a te decidesse proprio in quel cazzuto momento di alzarsi ed andarsene. E TAC! Arrivava lei. E parlava, parlava parlava ava ava ava ava…

E io ridevo ridevo… ridevo quando, aperti gli occhi, mi son ritrovato scosso ed inebriato dalle mie risa per quella scena surreale e così divertente.

Ora.

L’elefantone rosa…

Ero a New York, per purgare le tensioni accumulate nel 2006 e gironzolavo beato tra i balocchi di FAO, negozio di giocattoli di dimensioni epiche.
Guardo verso il basso e vedo quel che voi vedete in foto. Non è esattamente l’elefante rosa… però mi ha divertito tanto. E lo condivido con voi in un momento di luce nel septimus underdark